“È addirittura intuitivo che la democrazia è inconciliabile con la pretesa di una parte, quale che essa sia, di possedere la verità e di imporla a chi non vi si riconosce. Questa pretesa sarebbe non democrazia ma autocrazia.” GUSTAVO ZAGREBELSKY
Da quando abbiamo iniziato la nostra consigliatura, in più occasioni abbiamo ribadito la necessità che il Consiglio di Indirizzo Generale dell’ENPAP fosse messo nelle condizioni di determinare gli obiettivi generali della previdenza della categoria e individuare tra le forme di assistenza consentite quelle effettivamente da realizzare in base a quanto previsto dallo Statuto.
AltraPsicologia che guida l’Ente lo fa in modo autocratico.
I Gruppi di Lavoro ENPAP non sono previsti dallo Statuto
In questi due anni di consigliatura hanno deciso che il Consiglio composto da 50 consiglieri era un orpello da sopportare e a cui chiedere di deliberare solo con un “si” e con un “no”, spesso consegnando istruttorie e informative criptiche solo qualche giorno prima del voto.
Ma hanno fatto di più: hanno deciso che i lavori che spetterebbero al CIG sarebbero stati svolti da alcuni Consiglieri inseriti in gruppi di lavoro e non certo a titolo gratuito.
I gruppi di lavoro tuttavia non sono nemmeno previsti dallo Statuto.
Sono state così indette le elezioni per la nomina dei componenti dei gruppi e, in linea con la filosofia che guida questa “nuova” AltraPsicologia, rinnovata nei vertici dell’associazione, il 93% dei posti sono stati assegnati a consiglieri della maggioranza.
A quel punto in un’ottica di conoscenza, scambio e collaborazione reciproca, il nostro gruppo Agire per ENPAP ha comunque proposto di istituire due gruppi tematici: quello delle Pari Opportunità e quello dell’Osservatorio sulla Professione. Un gruppo tematico, composto da quelle Consigliere che lavorano su questi temi da anni o che possiedono specifiche competenze. Naturalmente gratuitamente.
Ma non è questa forse la negazione di ciò che la nostra professione dovrebbe sostenere?
I Gruppi di Lavoro ENPAP intanto vengono bocciati dai Ministeri vigilanti
Giorno 30 settembre 2023 in Consiglio abbiamo persino raggiunto l’apice.
Abbiamo rilevato che una nota ministeriale, arrivata a marzo e consegnata noi consiglieri di Agire per ENPAP solo all’inizio di agosto, segnalava proprio che i gruppi di lavoro permanenti e retribuiti non sono, guarda un po’, previsti da Statuto, pertanto coerentemente si sarebbero dovuti immediatamente sciogliere, bocciando di fatto il Regolamento CIG ENPAP scritto e approvato da AP.
Abbiamo così chiesto che fosse messo ai voti la chiusura immediata dei gruppi di lavoro nella loro composizione attuale.
La risposta è stata quella di sempre, quella del Marchese del Grillo, AntiPsicologia è infatti riuscita a dire che ciò che scrive il Ministero è un consiglio, un suggerimento, perchè dopo tutto sarebbero solo impiegati del Ministero!
Disarmante. Impossibile replicare a questa visione pericolosa e naife senza restare esterrefatti.
Solo Agire per ENPAP ha votato secondo le indicazioni dei Ministeri
In conclusione, solo Agire per ENPAP, in ottemperanza a quanto richiesto dal Ministero del Lavoro, ha votato a favore dell’immediata chiusura dei gruppi di lavoro.
In linea proprio con quanto da noi proposto oltre un anno fa e ignorato da chi è alla guida dell’Ente ritenendo di non dover ascoltare nessuno!
Questo comporterà purtroppo ulteriori segnalazioni, un paradossale lavoro per l’Ente nell’interlocuzione con i Ministeri e possibili ricorsi e contenziosi.
E abbiamo perso ancora una volta un’occasione di collaborazione e costruzione per la comunità professionale.
La bocciatura ministeriale, in coerenza con le posizioni di Agire per ENPAP e la conseguente richiesta di ottemperare a quanto previsto dallo Statuto dell’Ente, è stata un primo riconoscimento che, seppur nella più completa autocrazia, ci sono organi vigilanti che hanno confermato la legittimità delle richieste che portiamo avanti da ben due anni, anche se inascoltate da chi governa impegnandosi più a garantire gettoni ai propri Consiglieri piuttosto che occuparsi adeguatamente delle pensioni degli iscritti.